venerdì 25 gennaio 2013

Vocabolario: Haute Couture

A Parigi va in scena la haute couture: poche sfilate, donne molto ricche, palate di soldi, palate di lustrini, chilometri di tulle....

E gente che viene a dirmi che la sfilata di Dior non era Couture perché  praticamente non sembrava Barbie Raperonzolo.



Allora. Ripartiamo da capo.

Il fatto che un abito non sembri bagnato nella porporina, o nelle perline, o che non abbia lo stesso peso di una cassaforte NON significa che non sia un abito di Haute Couture.

Haute Couture significa Alta Moda. Spiego meglio: un vestito che viene disegnato, e successivamente creato su misura per TE (ma visto quello che pensi da Dior ti sputeranno in un occhio) dalle abili mani di una donna che ha passato giorni e giorni ad occuparsi solo del tuo abito. Per lei diventa come un figlio: un po' come quando le sarte cucivano i capelli negli abiti da sposa sperando di trovare marito anche loro: un gesto così poetico può essere solo una scaramanzia compiuta da una donna che ripone tutta la sua fiducia in un vestito. Non è splendido?



Tornando a Dior, capisco che a prima vista possa sembrare un po' ripetitiva, ma non è interessante il fatto che non proponga solo abiti da principessa nel castello? "Eh ma manca la grandeur" sentenzia la ragazzina che spera almeno una volta nella vita di potersi vestire come la castellana dei suoi sogni. 

Se voglio la grandeur posso andare da Givenchy: gli abiti sono splendidi, da mille e una notte, e completamente fuori dalla realtà; ma esprimono una poesia.

Raf Simons ha messo su una collezione splendida, curata nei dettagli e con delle lavorazioni incredibili, e la cosa più strabiliante e che ha fatto tutto ciò senza sbatterlo in faccia a nessuno: i petali dei fiori sui top sono cuciti a mano anche se non sono luccicanti.

Basta con questa ossessione dei fenomeni da baraccone. Impariamo (anzi, re-impariamo) la differenza tra un pantalone nero di Zara e uno di quelli presentati in questa sfilata. Torneremo a capire tante cose.

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